La custode dei bambini morti

Maria Ielo

Narrativa - Pesci Rossi, Romanzo-Racconti

ebook 4,99 € | cartaceo 10,99 €

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Descrizione

Beatrice muore a tredici anni in un incidente nella campagna umbra. Trent’anni dopo Alessio, suo padre, offre a Cristiana uno strano lavoro: fare da custode alla figlia, rimasta sola nel casale di famiglia. Cristiana accetta, e si ritrova immersa in un mondo favoloso e inquietante, in cui si affollano misteri, protagonisti e “fantasmi” del passato. Myrsine, una “governante” con poteri oscuri, aiuterà la donna a sciogliere le sue domande. Si può custodire e far rivivere ciò che è andato perduto per sempre?

Autore

Maria Ielo, origini calabro-pugliesi, vive a Foligno (Umbria). Questo è il suo primo romanzo.

Ne parlano

«Prima prova nella misura del romanzo che risulta coinvolgente, laddove Maria Ielo si era già sperimentata con penna felice in racconti e trame per l’infanzia. Qui al gusto per le atmosfere gotiche si unisce un rebus da decifrare. Nel solco della italica narrativa tra aldilà e aldiqua, leggendo la commedia umana di Ielo, non priva di ironia e dell’invito ad appagarci delle virtù dei libri, ci chiediamo che senso abbiano il risveglio e la tensione verso il mondo dei vivi. Sono speranza o consolazione? Ce la possiamo fare a “toccare” i vivi o siamo destinati al massimo a godere del privilegio di essere mezzi morti?» Delia Vaccarello su Globalist.it

«Apprezzo moltissimo quando un romanzo mi lascia senza parole, ammaliata da emozioni e pensieri “assordanti”, quando mi conduce attraverso scorci indimenticabili di umanità, quando scava nel profondo dell’animo femminile, in un crescendo di stati d’animo che investono l’ignaro lettore. La custode dei bambini morti è un romanzo denso di vita! Una storia dove i veri fantasmi, quelli con i quali convivere, sono dentro di noi, e non intorno come il titolo ci vuole far credere.»Sognando tra le Righe

«Fermandosi al titolo, ci si aspetterebbe dall’opera di Maria Ielo una storia inquietante, magari raccapricciante e sanguinaria. Invece, ci si trova catapultati in una realtà malinconica, nostalgica e sentimentale dove, a predominare, è lo smodato desiderio di esserci per le persone amate andando persino oltre la morte.» Francesca Melis su Eroica Fenice

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