L'archivio in rete

Estetica e nuove tecnologie

Angela Maiello

Filosofia, Libri

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Descrizione

Le tecnologie ci stanno cambiando la vita a partire dal modo in cui formiamo e organizziamo gli archivi della nostra memoria. Nei social network si concretizza, in una forma inedita e radicale, la nostra connaturata disposizione alla conservazione e la nostra opposizione all’oblio e alla dimenticanza. Archiviare oggi significa essenzialmente “condividere”. Questo saggio offre una ricognizione teorica sul tema dell’archivio nell’epoca della cultura partecipativa. Muovendo da una peculiare concezione dell’estetica, quale riflessione intorno alle forme dell’esperienza sensibile, Angela Maiello propone una lettura critica del processo di digitalizzazione e dello sviluppo dei nuovi media. Nelle pratiche di condivisione che animano il social web, assistiamo alla riconfigurazione non soltanto della nostra memoria collettiva, ma anche della modalità di relazione tra l’uomo e il mondo.

Autore

Angela Maiello (Napoli, 1986) ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia, estetica e teoria delle arti presso l’Università di Palermo con una tesi dal titolo Archivi interattivi e arte. Per un’estetica della memoria collettiva nell’epoca della cultura partecipativa. È cultore della materia presso la cattedra di Estetica della Sapienza Università di Roma e fa parte della redazione del blog Il lavoro culturale.

Ne parlano

«[…] la tecnologia non va considerata come uno strumento che posso usare bene o usare male, con cui posso fare del bene o posso fare del male: l’oggetto tecnologico è qualcosa che si esternalizza dall’uomo e diventa una sua facoltà che sta al di fuori di lui. Per esempio, i social media rappresentano la modalità contemporanea e intensificata di esternalizzare la nostra memoria.» Intervista a cura di Daniele Gigli Heritage-srl

«Ciò che condividiamo quotidianamente sui social network, ciò che decidiamo di comunicare al mondo diventa parte di questo enorme archivio digitale globale, oggetto di profondo interesse filosofico, ma soprattutto estetico.» Paolo Armelli su Wired.it

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