Les Misérables

L'imprenditoria in Europa

Dario Andriolo, Riccardo Osti, Stefano Cipriani, Luke Johnson

Economia e Finanza, Libri

4,99€

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Descrizione

“In Europa non c’è solo una crisi dell’euro, ma anche una crisi di crescita. E questo a causa della cronica incapacità europea d’incoraggiare gli imprenditori ambiziosi”. Questo è l’impietoso giudizio del più prestigioso e indipendente think-tank europeo, l’Economist. Ma in Europa gli imprenditori sono davvero dei Misérables, come titola l’Economist? Perché in Europa non ci sono società tecnologiche come Apple, Google o Facebook, ma solo start-up pronte a farsi acquisire dai giganti USA? Una cosa oggi è certa: incoraggiare l’imprenditoria a tutti i livelli è una delle poche vie per tornare a crescere, una necessità vitale per dare lavoro ai giovani del vecchio continente e valorizzarne le capacità.

Questo ebook, che si può leggere nel tempo di attesa di imbarco per Londra, discute lo stato dell’imprenditoria in Europa e in Italia e cerca di delineare le condizioni anche mentali per una sua rinascita diffusa e capillare. L’esempio di Israele, quello di una giovane start-up italiana, i consigli di Luke Johnson, uno dei maggiori esperti europei di questi temi (illuminante il suo manifesto sull’imprenditorialità), possono essere un buon viatico.

Dario Andriolo, direttore di “Beltel”, delinea le condizioni di una nuova primavera delle start-up e Stefano Cipriani, del team di goWare, ci intrattiene con un ardito parallelismo tra il pensiero dell’imprenditore Zuckerberg e quello del fondatore del futurismo, Filippo Tommaso Marinetti. Che sia proprio il futurismo il paradigma della rinascita dell’iniziativa europea?

Autore

Dario Andriolo, classe 1972, è giornalista pubblicista, vive e lavora a Milano. Sin dalla Laurea in Scienze politiche presso l’Università Statale di Milano, nel 2002, ha lavorato nel campo della comunicazione, collaborando per diversi anni prima con la società Agenpress, diretta da Aldo Zana, e successivamente con l’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Nel 2008 approda alla testata giornalistica “Beltel” (capitanata da Mario Citelli, tecnologo e innovatore), mensile di Information and Communication Technology in qualità di direttore responsabile. Scrive di Internet e delle sue potenzialità di giorno, appassionato di cinema la notte. Ama in maniera compulsiva il tennis e Roger Federer come esperienza religiosa di David Wallace, che porta sempre con sé.

Riccardo Osti, 27 anni, di Roma. Laureato in Economia con un master in project management. Ha lavorato, come consulente, per diverse pmi italiane. È esperto di digitalizzazione aziendale. Cofondatore e ceo di Naroomi corporation e autore di No-Social.com, e-book dissacrante sull’evoluzione nel social networking. Grande appassionato di cucina, è stato fotografo professionista, ottenendo riconoscimenti su scala nazionale. Adesso vive tra Roma e Milano ma sempre con la valigia pronta per gli States.

Luke Johnson, imprenditore seriale, Luke gestisce Risk Capital Partners, una società di private equity ed è Presidente di StartUp Britain e della Royalty Society of Arts. È inoltre azionista e Presidente di Giraffe, Patisserie Valerie e Gail’s che operano nel settore della ristorazione. In precedenza era stato presidente di PizzaExpress e di Channel 4, la rete televisiva. Tiene una rubrica settimanale sul “Financial Times” dove scrive di innovazione, imprenditoria e start-up. È autore di Start It Up: Why Running Your Own Business is Easier Than You Think, Penguin, 2012.

Stefano Cipriani, classe 1971, laureato in Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze, ha vinto nel 1999 il Premio di Laurea Aldo Palazzeschi. Nel 2002 ha pubblicato presso sef di Firenze il volume Il “libro” della prosa di Vittorio Sereni. Dirige l’associazione culturale Cineforum 2 di Arezzo, dove è nato e vive. Da due anni fa parte dello staff di goWare.
Ha già scelto il suo epitaffio: “Se volete convincere qualcuno del fatto che sta agendo male, agite bene voi. Ma non curatevi di convincerlo. Gli uomini credono a ciò che vedono. Che vedano”. Henry David Thoreau.

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