Francesco Pertegato ha coordinato per oltre un quarto di secolo l’attività del Centro restauro manufatti tessili (Milano/Ferrara). Dagli interventi condotti su alcune vesti di particolare rarità, in Italia e in Egitto, è scaturito l’interesse per lo studio che approda a questo volume. Tra le numerose pubblicazioni dell’autore si menzionano: I tessili. Degrado e restauro (1993, 2004) e Il restauro degli arazzi (1996), per i tipi di Nardini Editore; Argenta avamposto occidentale della Chiesa di Ravenna. Lettura storico-iconografica della pieve di san Giorgio (2016), per Longo Editore.
Vestiarium
Le vesti per la liturgia nella storia della Chiesa. Antichità e Medioevo
Francesco Pertegato
Anno di pubblicazione: 2019
Questo testo delinea il percorso storico-culturale delle vesti liturgiche nella Chiesa Cattolica e offre un primo repertorio europeo di tunicelle, dalmatiche, casule e piviali
Bio Autore
Descrizione
Descrizione
Le vesti di distinzione della Roma antica – la tunica talare, la dalmatica, la planeta e, forse, la clamide – sono all’origine di quelle tuttora indossate nella liturgia della Chiesa cattolica. A queste si sono affiancate nel tempo le insegne (stola, manipolo, pallio, pastorale, mitra e tiara), di derivazione più controversa. L’attribuzione ai diversi gradi dell’ordine ecclesiastico e le modalità del loro uso riflettono il processo storico di elaborazione teologica e il consolidarsi di una gerarchia che fa capo al vescovo, coadiuvato dal diacono. Il processo investe anche l’architettura dei luoghi di culto, le immagini e, ovviamente, la celebrazione liturgica, nella quale si inseriscono ben presto canti e azioni del dramma sacro, germe nascente del teatro in Europa.
Questo volume intende delineare il contesto culturale e politico che accompagna tale percorso, dai primi secoli fino al quattordicesimo, quando foggia e decorazioni delle vesti, ma anche la loro simbologia che veicola il pensiero mistico, giungono a compimento, insieme all’unificazione della Chiesa e alla piena affermazione del primato papale.
Il non facile compito viene affrontato mediante il ricorso, comparato, alle fonti scritte, al patrimonio iconografico e alle vesti sopravvissute, rarissime fino al decimo secolo. Di queste si fornisce, nei capitoli finali, un primo repertorio europeo relativo a tunicelle, dalmatiche, casule e piviali. L’opera è corredata di 590 immagini, comprese 100 restituzioni grafiche degli indumenti studiati.