Sergio Di Battista, sessant’anni di giornalismo, dal piombo al computer. Cronista di nera, di sport, inviato speciale, a Roma redattore-capo centrale di “Paese Sera”, del quale ha poi diretto l’edizione fiorentina. Redattore-capo poi della “Nazione”, per dieci anni. Infine “Il Giornale” e la rivista “ST”. Ha scritto per sfizio qualche libro: Guida ai piaceri e misteri dei mondiali di calcio, Lo stadio racconta, La partita della vita, La storia dei mondiali, La Firenze dei passi perduti. Nel 2015 ha ricevuto a Palazzo Vecchio il premio alla carriera dal Centro Culturale Firenze-Europa.
I samurai del calcio
Sergio Di Battista
Anno di pubblicazione: 2016
€4,99 – €10,99
Le storie infinite del gioco del calcio oltre le cifre, i risultati e le classifiche
Bio Autore
Rassegna stampa
«Un gradevole e delizioso album delle figurine suddiviso in “bandiere” e “traditori”, questo maneggevole excursus del giornalista Sergio Di Battista che ci porta con leggerezza a ripassare e sfogliare curricula e aneddoti di una buona quantità di campioni più o meno datati che hanno segnato le vite di tutti noi tifosi. Certo l’effetto nostalgia è dietro l’angolo e il “non ci sono più le bandiere di una volta” scatta automatico in più di una occasione sfogliando la parata di artisti del prato verde che per scelta a volte quasi masochistica hanno deciso di onorare quella casacca […]» Raffaello Ferrante su Mangialibri
- Sesto TV | “Incontro con l’autore” intervista a cura di Ada Ascari [vedi il video]
- Storia & storie di Toscana | Il calcio e i suoi “samurai” [immagine]
- FIRSTonline | Samurai del calcio: bandiere e giramondo nell’ebook di goWare
Descrizione
Descrizione
Le storie infinite del gioco del calcio – secondo molti metafora della vita – non sono fatte solo di cifre, risultati, classifiche. Quei numeri nascondono vite vissute come romanzi, a volte vere favole moderne, ineffabili segni del destino, ma anche assoluta normalità.
L’avventura di un giovane calciatore può cominciare in un cortile di campagna, nel campo sterrato di un oratorio e poi finire in uno stadio faraonico di fronte a centomila spettatori. Ma può andare anche al contrario, come “il treno dei desideri”, partire da un sogno, da illusioni giovanili e approdare in lontane periferie, in una squadra di travet, davanti a una tribunetta di pochi affezionati.
Siamo andati a cercare i due estremi di queste storie: i campioni che hanno avuto la maglia della squadra come una seconda pelle e altri giocatori, magari campioni anche loro, che sono stati veri giramondo cambiando casacca di volta in volta.