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Pasqui.net – Pasquinate romane nell’era di internet

Luciano Santilli

Anno di pubblicazione: 2017

SKU: 9788867977673

La sintesi della lingua romana autentica, dei suoi sarcastici modi di dire, del suo disincantato cinismo, è la pasquinata. Santilli la prende a modello per ironizzare in rime

Categories: , ISBN: 9788867977673

Luciano Santilli è nato a Roma, in una tradizionale famiglia romana, e vive a Milano. Laureato in filosofia, giornalista professionista, è alla guida di “Capital”. È stato vicedirettore di “Panorama”, inviato dell’“Europeo”, capo della redazione romana del “Mondo”, direttore responsabile dei siti internet Mondadori. È autore per goWare di Grammatica del giornalismo – Come si scrive per i media.

«La pasquinata ha sempre giudicato impietosamente protagonisti e manie del tempo corrente. Luciano Santilli, giornalista, ne riscopre lo spirito caustico per ironizzare anche sul web. Non è un passatista: ha diretto siti web importanti e giornali specializzati sulla rete e sul tech. Ma siccome i pro di internet si conoscono e si leggono ovunque, Santilli concentra la satira sui difetti, in particolare sulle manie in voga nei social network.» Pierpaolo Albricci su ItaliaOggi

Descrizione

La sintesi della lingua romana autentica, dei suoi sarcastici modi di dire, del suo disincantato cinismo, è la pasquinata, da secoli affissa sulla celebre statua di Pasquino, vicino piazza Navona, per sbertucciare il potere, la pomposità, i comportamenti umani. Luciano Santilli la prende a modello per ironizzare, in rime, sul terziario avanzato, l’impresa, il denaro, la carriera. Il titolo sottolinea l’attenzione particolare alla Rete: siccome i suoi vantaggi si conoscono, Pasqui.net si concentra sui difetti, sulle manie dei social network, come scambiarsi messaggini solo perché gratuiti, o le facce tutte chine su smartphone e tablet nei mezzi pubblici. E c’è ironia anche per la forza politica nata e cresciuta sul web, per i “Grilletti parlanti”, nel capitolo “Mèjo pèrdeli che trovàlli”. Al romanesco greve delle periferie l’autore preferisce la lingua arguta e salace dei rioni antichi, come Monti, i cui abitanti hanno sempre ritenuto di parlare l’unico romano autentico. Un esempio: dicono “noiartri”, invece a Trastevere “noantri”. Un capitolo è dedicato a Milano, dove l’autore vive, come ormai tanti romani, che ci si trovano bene, al di là di battutine sulla città “grande come l’Eur”.