
Descrizione
La lingua bastarda è la sola in cui scrivo poesie mentre corro con altri randagi. La lingua bastarda è quella che uso per scrivere quello che importa, è la lama che agito nell’aria quando non valgono più le lingue d’affari, gli idiomi convenzionali, le parole che convengono. La lingua bastarda è quella di cui ho raccolto pagine strappate e file dispersi, d’un tratto, dimenticandomi di dormire per un mese, collegando schegge di materiali strani, lavori, urla di piacere, risate pericolose. E pezzi vivi di cuore.
Sì, proprio il cuore, quello che nelle poesie non si mette.
Ma la poesia è morta ieri sera, da stamattina possiamo fare quello che vogliamo. Che vengano a fermarci, non dobbiamo più niente a nessuno.
La lingua bastarda è una bestia di oggi, mezza scritta con dita eccitate e mezza digitale, è primitiva e troppo nuova, come questi giorni che vediamo spuntare d’improvviso. La lingua bastarda sopravvive solo quando sguscia via, saltando da una parola a un’altra, così che nessuno la possa inchiodare e giustiziare.
Così che possa scappare in avanti, sempre.
La lingua bastarda è qui per chi la voglia contrabbandare, per voi.
La lingua bastarda parlerà di una gioia feroce se sarà utile al vostro respiro.
Se quello che leggete qui vi servirà a qualcosa, anche solo per un attimo, io lo chiamerò onore e faremo un po’ di strada assieme.
Comunque vada.
Autore
Lorenzomonfreg è nato nel 1982. Ha vissuto e lavorato in diversi paesi europei e si è laureato a Genova. Attualmente vive a Berlino, dove lavora come Content Marketing Manager.
Scrive sul blog lorenzomonfreg.com
Su Twitter: @lorenzomonfreg
Ne parlano
«[…] la mia è la lingua della poesia digitale, una lingua contaminata dalla mutazione della comunicazione e della tecnologia. Si tratta di una lingua che vuole raggiungere un’astrazione, un’ambiguità, per poter sfuggire a qualunque paradigma interpretativo.» – Intervista a Lorenzomonfreg su Berlino cacio e pepe
«Tra le sue poesie di una lucidità sconnessa e disarmante ci si aggira come naufraghi assetati alla ricerca di senso, in questi anfratti che verdeggiano di una sterilità rigogliosa si vive respirando poco e tirando sospiri continui su una sorte meravigliosa e infame.» Recensione su “Un libro in tasca”
- Il Mitte | Intervista a Lorenzomonfreg: «Racconto la vita con la lingua bastarda della poesia digitale»
- Linkiesta | “La lingua bastarda”: un esperimento di poesia digitale (intervista)
- Panorama.it – il blog “Una Berlino D’Addio” | La lingua bastarda di Lorenzomonfreg: a Berlino va di scena la poesia italiana senza radici
- Wired.it | La poesia alle prese con gli ebook